Dopo tutto questo correre avanti e indietro a cercare pezzi, smontare e montare, eccoci finalmente intenti (io e Christelle) alla parte vera e propria della navigazione.
Il mio intento era quello di navigare fino a Madeira per trascorrerci qualche mese lavorando a distanza questo inverno, ma una prima ricerca di informazioni sul web ha messo in evidenza come laggiù ed anche a Porto Santo le tariffe di stazionamento per il mio barchino siano proibitive: 450€ / mese!! Faccio prima ad affittare un appartamento..
Passiamo quindi ad una navigazione più ragionata: volendo visitare l'arcipelago di Madeira, occorre trovare un posto dove invernare la barca alle Canarie, che sono le isole più vicine, ma non mi basta il tempo che ho a disposizione. L'alternativa che mi resta è quella di porre come meta entro ferragosto un porto situato nella baia di Cadice che faccia dei prezzi ragionevoli ed offra il servizio di stazionamento a terra. Ciò mi permetterebbe di ritornare in seguito per riprendere la navigazione.
Cerca, cerca: trovato. Portimao. Un altro porto papabile sarebbe Rota, ma devo ancora avere una conferma sulle tariffe.
- Tappa 1: Viveiro - La Coruna. Quindici ore con vento favorevole, ma a tratti troppo debole. Motorato quattro ore in tutto, e per tutta la navigazione un rollio notevole, causato dal mar de fondo di circa un metro e mezzo. Ad ogni modo ci siamo lasciati alle spalle il Capo Bares e il Capo Ortegal che hanno una fama veramente pessima...
- Tappa 2: La Coruna - Sada. Usciti troppo tardi a causa dell'impossibilità di ricevere i bollettini meteo, decidiamo di fare marcia indietro dal momento che il vento è da nordovest e il rollafiocco ha un problema. Poco male, a Sada si sta bene e gli ormeggiatori addirittura smontano le gallocce sul pontile per spostarle e permetterci di ormeggiare più agevolmente...
- Tappa 3: Sada - Camarinas. Dopo aver motorato la mattina per guadagnare acqua, una facile e divertente navigazione al lasco con un forza quattro ben stabilito, su un mar lungo da nordovest di un paio di metri. Nessun delfino avvistato dopo quello tra le banchine del porto a Sada, ma abbiamo avuto modo di testare estensivamente il rilevatore di radar Mer-Veille...
- Tappa 4: Camarinas - Portosin. Lasciato di malavoglia Camarinas, dopo una serata al bar di Rodrigo il bar Curbeiro, ci sembrava di essere ormai diventati cittadini onorari... E che dire della simpatia di Moncho, l'harbourmaster? Impagabile! Dopotutto molti altri navigatori mi avevano descritto il luogo come simpatico, e le conferme non si sono fatte attendere...
Motorato più della metà della navigazione, scorgendo in distanza l'amico Philippe che ha fatto rotta più a sud. Poi un passaggio semplice tra un paio di bassi fondali, e finalmente nella Ria de Muros, a vela. Al marina, dei servizi igienici dove ci si sente a proprio agio come a casa!
- Tappa 5: Portosin - Sanxenxo. Partiti, dietro consiglio del barista della birreria (l'unica!) di Portosin alla volta di Portonovo, una volta arrivati troviamo un porto dove tutte le imbarcazioni a motore navigano almeno a 10 nodi all'interno creando una risacca allucinante. Il personale, decisamente antipatico, ci tratta male e ci assegna un catway accostato ad un motoscafo malamente ormeggiato. Alcuni pescherecci sostano col motore acceso alla banchina del distributore, affumicandoci tutti con i prodotti di combustione del diesel. Ci spostiamo a Sanxenxo (10 minuti) dove, dopo qualche difficoltà linguistica, ci viene assegnato il nostro posto e facciamo conoscenza di un navigatore locale che vuole assolutamente comprare il nostro Dreamer, pronta cassa, assegno alla mano. Sarà tutto vero o sono solo allucinazioni causate dal sole e dalla motorata di oggi? Vedremo... Domani, vento da nord.
- Tappa 6: Sanxenxo - Baiona. Dopo aver ascoltato perplessi un bollettino che dava forza 6 dal settore nord, scarsa visibilità a causa di nebbia e piovaschi, mare vivo fino a 2.5 metri e mar de fondo della stessa altezza, abbiamo mollato gli ormeggi confidando nel fatto che si trattava di solo 20 miglia... In effetti le abbiamo percorse tutte al lasco, con forza 5 e mare grosso solo in prossimità delle secche che delimitano il canale di accesso a Baiona. In compenso, i bollettini per i prossimi giorni danno vento da settore nord piuttosto forte, forza 6 lungo costa e 7 al largo, e mare grosso. Vedremo, intanto ci resta baiona da esplorare...
- Tappa 7: Baiona - Cascais. Pariti da Baiona con un bollettino che dava forza 5-6 da nordovest in calo a 5, incontriamo un mare con fuerte marejada che ci fa rollare parecchio durante tutta la prima giornata di navigazione e la notte, come in una lavastoviglie. La giornata successiva trascorre in maniera decisamente più confortevole, ancora con vento a favore e dei turni dove dormire è più facile e il timone a vento deve lavorare poco per mantenere la poppa al lasco. Prossimi a Cabo de Roca, all'alba, incontriamo una nebbia fitta che ci fa procedere a occhi spalancati e orecchie tese, alla ricerca di qualche cargo o peschereccio che potrebbe intercettare la nostra rotta. Nulla. Arriviamo a Cascais dopo le ultime due ore di navigazione a vela regalataci da un'istantanea nortada a 25 nodi salita in brevissimo tempo poco dopo mezzogiorno. Al largo con vari strati di vestiti, incontriamo a terra un caldo soffocante e in maglietta ci pare di essere in una sauna...
- Tappa 8: Cascais - Portimao. Dopo un aperitivo a un bar frequentato dai pescatori locali con l'amico Philippe (con cui navighiamo a tappe convergenti da Camarinas, ed è diventato la nostra guida dei bar) e una notte in porto per cercare di riposarci al meglio, ripartiamo verso sud in tarda mattinata, per approfittare nuovamente della nortada, che ci regala stavolta un vento fresco ed un mare più tranquillo ma con una nebbia fitta che si dirada solo nel primo pomeriggio ci fa restare incollati al rilevatore radar. Anche stavolta niente cargo. La nortada ci molla verso mezzanotte, nei pressi di una spettrale boa luminosa non segnalata da nessuna carta che segnala un presumibile impianto di acquacoltura, dalla quale riusciamo ad allontanarci solo grazie al motore. Nottata noiosa ma confortevole grazie al ronzare del diesel incrociando poche altre imbarcazioni. La mattina successiva doppiamo Cabo Sao Vicente a vela, accompagnati da un banco di delfini, e costeggiamo la spettacolare costa dell'Algarve, fino a Portimao.
- Tappa 9: Portimao - Olhao. A Portimao ci fermiamo poco, giusto il tempo di prendere accordi con il cantiere di Faro ubicato a Quinta do Progresso, dal momento che il porto, oltre che essere un pò costoso, è decisamente troppo chic per farci sentire a nosto agio. Partiamo senza troppe aspettative di vento, ma le brezze costiere ci regalano un pò di miglia verso est. Arrivati a Olhao, dopo aver percorso a favore di corrente e marea il lungo canale di accesso, veniamo letteralmente trattati a pesci in faccia dall'addetto del marina, che ci caccia via adducendo come motivo (o scusa?) la mancanza di posti, laddove il porto è chiaramente per almeno un terzo vuoto. Passiamo la notte alla banchina delle barche-taxi del porto adiacente, riparati dal maremoto che generano le barche in transito, passando a tutto gas. Al marina di Olhao gli stranieri non sono i benvenuti, e ci si rivolge loro in malo modo, evitando qualsiasi lingua che non sia il portoghese.
-Tappa 10: Olhao - Faro. I responsabili del cantiere di Quinta do Progresso ci fissano un appuntamento alla meda numero 23 verso mezzogiorno, per cui percorriamo in un'oretta le cinque miglia di canali che ci separano dalla fine di quello che ci porta a una zona di ancoraggio poco distante dal centro città. La barca di servizio del cantiere ci scorta lungo il canale non segnalato, percorribile solo ad alta marea, che ci permette di arrivare senza incagliarci al bacino del travel lift. In men che non si dica la barca è a terra, alloggiata con cura e perizia su un robusto supporto in metallo. Una giornata per rassettare tutto e la stagione è conclusa, in attesa di un periodo più propizio per la navigazione, dato che al momento il caldo è insopportabile...
mercoledì 29 luglio 2009
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