lunedì 19 maggio 2014

Cosa pensano di noi i diportisti inglesi?

In questo post pubblico il frammento di un portolano che mi ha fatto ridere e sorridere, soprattutto a proposito del navigare tra Corsica e Sardegna e nell'arcipelago toscano d'agosto, nonchè ovunque lungo il litorale ligure-toscano nel medesimo periodo o durante uno dei ponti dell'anno, cose che personalmente vorrei evitare di fare nuovamente, dal momento che, passato l'effetto novità, non vi ho trovato alcunchè di piacevole, visto il disagio provocato dalla ressa.



[Da: Robin Brandon, Corsica e nord Sardegna - Abitudini locali]

Il redattore del presente volume ha iniziato a navigare nel 1946 salpando da Falmouth e da allora ha solcato tutti gli oceani del mondo, ma in particolare le isole del Canale e la costa della Bretagna, facilmente accessibile da Weymouth, suo luogo abituale di residenza. Avendo lavorato e vissuto a La Spezia per otto anni, egli ebbe l'opportunità di esplorare anche il Mediterraneo e venire a conoscenza delle abitudini locali. Durante il sopralluogo in Sardegna per la preparazione di questo portolano, notò che tutti gli sconsigliavano di navigare di notte. Pur essendo vero che questi tratti di mare sono disseminati di pericoli, anche le isole del Canale non sono da meno e inoltre in Mediterraneo il problema delle maree e non è direttamente rilevante. A suo parere, i motivi di tale timore possono essere molteplici:

A. La navigazione notturna impedisce di ammirare la bellezza dei luoghi
B. Si sta perdendo l'arte di un buon ancoraggio sicuro
C. Non tutti i segnalamenti luminosi potrebbero essere in funzione
D. navigando di sera si 'rovina' la cena, considerato il pasto principale della giornata
E. nei mesi di luglio e agosto è praticamente impossibile trovare un qualsiasi ormeggio decente dopo le 17 o prima delle nove

Ma un diportista esperto con un discreto equipaggio e l'ausilio del GPS non incontra alcuna difficoltà a navigare di notte in queste acque. È comunque vero che alcuni porti non consentono l'accesso notturno e che in un paio di casi è vietato qualsiasi movimento nelle ore di oscurità. Altra consuetudine del diporto estivo in Sardegna, è di uscire dal porto verso le 9-11 del mattino, percorrere a motore alcune miglia e piazzarsi davanti a una spiaggia per tutta la giornata sino alle 17-18, orario di rientro in porto, previa prenotazione dell'ormeggio per tutto il periodo di permanenza. Questo fatto crea problemi a coloro che entrando in porto verso mezzogiorno lo troveranno pressoché vuoto, ma quasi certamente lo dovranno abbandonare verso sera quando il proprietario (anche se temporaneo) riprende il proprio posto. Il luogo peggiore dove trovarsi in agosto verso le 17 è senza dubbio in un marina dove la battaglia per l'ormeggio può farsi accesa. (...)

Una dotazione di bordo assai amata dal diportista italiano è il gommone, utilizzato per pescare, per andare a fare il bagno, ecc. ne risulta un proliferare di pontili galleggianti installati in acque basse specie attorno alle isole della Maddalena. Ai natanti con pescaggio di 2 m si consiglia pertanto di avanzare con estrema cautela laddove il pontili sono occupati da canotti. (...)

Esiste una legge in Italia per cui un ormeggio fino a 24 h è gratuito ma, come per molte leggi italiane, i locali trovano modo di aggirarla, in genere accade dunque che il comune appalti un'area banchina atta a enti o individui autorizzati ad applicare una tassa (in genere modesta) che comprenda assistenza durante la manovra di ormeggio e all'imbarcazione stessa. In qualsiasi caso è preferibile pagare, considerando che altrimenti le tariffe per il consumo di acqua o carburante potrebbero essere 'gonfiate', per cui alla fine si paga comunque il diritto di ormeggio.

Vi piace navigare nella ressa?
Dite la vostra!

domenica 18 maggio 2014

Fenomeni a vela

In attesa di saltare l'ostacolo e passare all'acquisto della mia prossima barca, cosa sulla quale ho riflettuto molto questi ultimi tempi e della quale sento via via rifarsi viva la necessità, ricomincio a parlare di vela con rinato entusiasmo, dopo aver fatto conoscenza (telefonica) con Alberto C, che mi ha ricordato che quando parlo di vela non sono l'unico a pensarla alla mia maniera nè parlo arabo o cinese. Per uscire dal silenzio, comincio citando Bjorn Larsson, a proposito dei fenomeni della vela tanto sbandierati dalle riviste di 'vela', nonchè di tutti coloro che cercano di fare i fenomeni (da baraccone) con scarsi risultati.




[Da: Bjorn Larsson, La saggezza del mare]

I velisti hanno la tendenza a credere che attraversare l'Atlantico sia un'impresa maggiore che attraversare il mare del nord o il Mar Baltico. Chi ha fatto il giro del mondo trova più rispetto di chi ha navigato lungo le coste della Norvegia o è incappato in una tempesta sul Kattegat. Ma il coraggio, la resistenza e l'abilità marinaresca non hanno niente a che fare con la distanza. (...) L'unica qualità necessarie per diventare un eroe, ormai, è avere faccia tosta ed essere un po' incosciente. (...) Mi piacerebbe che il mare fosse una fonte di ispirazione in materia di etica e che navigare fosse un modo di trovare un significato all'esistenza a terra. Ci sono molte cose utili e preziose, a mio giudizio, da imparare dalla frequentazione del mare, almeno a bordo di una piccola barca a vela. L'umiltà, la tenacia, la pazienza, la cooperazione alla vigilanza, tra le altre.

Vi piacciono i toni eroici e trionfalistici delle riviste? Sentiamo la vostra!
Buon vento a tutti, e alla prossima!